Quantificazione dell’assegno di mantenimento ai figli: in Perù si usa l’IA

assegno di mantenimento

L’intelligenza artificiale (IA) sta facendo sempre più ingresso nel mondo giuridico, con applicazioni che spaziano dalla ricerca di precedenti giurisprudenziali alla redazione di sentenze.

In Perù, la Corte Superiore di Lima Sud ha utilizzato Chat Gpt per determinare il contributo economico che ciascun genitore, in base al proprio reddito e alle proprie spese, avrebbe dovuto versare per il mantenimento della propria figlia.

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La decisione della Corte Superiore di Lima: l’IA per quatificare l’assegno di mantenimento ai figli

La Corte ha basato la propria decisione sull’articolo 481 del codice civile peruviano, che stabilisce i criteri per il mantenimento dei figli e secondo il quale il contributo dei genitori deve essere proporzionale alle loro possibilità economiche e alle esigenze del minore. Nel caso specifico, il padre aveva presentato un ricorso contro la sentenza del tribunale di primo grado che gli imponeva di versare oltre un quinto delle sue entrate per il mantenimento della figlia.

La Corte ha quindi valutato diversi fattori, tra cui le possibilità economiche dei genitori, le spese necessarie per soddisfare le esigenze della bambina e le obbligazioni finanziarie che i genitori avevano nei confronti di terzi riconducendo il calcolo a un’operazione puramente aritmetica. È emerso che il padre aveva altri due figli da mantenere e un debito personale con la banca. La madre, invece, ha depositato una tabella di spese che indicava la necessità di almeno mille pen al mese per soddisfare le esigenze della figlia.

La proporzione matematica

Applicando una proporzione matematica Chat Gpt ha analizzato i redditi dei genitori e determinato la percentuale di contributo che spettava a ciascuno di loro; nel caso di specie è stato stabilito che il padre dovesse versare il 20% del proprio reddito mensile come assegno per la figlia.

L’utilizzo dell’IA e della tecnica di proporzione matematica ha permesso ai giudici di arrivare a una decisione equa e basata su dati oggettivi. La somma da versare come assegno per il mantenimento della figlia è stata calcolata in base alla percentuale di reddito di ciascun genitore con un approccio che ha tenuto conto delle differenze di reddito tra i genitori, assicurando l’effettività del contributo sulla base delle proprie possibilità economiche e riducendone la discrezionalità.

Così, benché l’obbligazione dei genitori fosse solidale, ciò non ha implicato che entrambi dovessero concorrere in parti uguali e proprio grazie alla proporzione matematica è stato possibile determinare il contributo di ciascun genitore in modo equo, tenendo conto delle loro singole capacità finanziarie.

Critiche all’approccio peruviano

Pur garantendo un principio di giustizia nella distribuzione degli obblighi di mantenimento, l’utilizzo dell’IA nelle sentenze giudiziarie ha sollevato qualche perplessità; ad esempio, nel caso di specie è stato evidenziato che i giudici non hanno fornito informazioni dettagliate sul modo in cui hanno utilizzato il sistema di IA, del quale non si conosce né la base di funzionamento né il livello di conoscenza che di esso possano avere avuto i giudici, soprattutto quando si tratta di calcoli matematici precisi.

L’obbligo di motivazione delle decisioni giurisprudenziali è l’argine alla funzione giurisdizionale che permette ai cittadini di conoscere la motivazione specifica che giustifica la decisione del giudice.

Nulla quaestio, quindi, se Chat GPT viene visto come semplice ausilio alla decisione del Giudice, al pari di una calcolatrice un po’ più sofisticata; la situazione si complica e le conclusioni non possono essere scontate nel caso in cui, invece, l’IA si sostituisca al giudicante, senza fornire motivazioni sull’iter logico-giuridico seguito.

A maggior ragione occorre considerare come, in particolare nei sistemi di civil law, non viga il principio dello stare decisis, tipico degli ordinamenti a common law, ma l’unica guida per il giudice debba essere il testo normativo, pur nella sua vaghezza, marginalità e ambiguità interpretativa, di talché l’accesso favorito dall’IA al mare magnum dei big data giurisprudenziali non possa costituire per il giudicante una scorciatoia che gli permetta di astenersi da un rigoroso lavoro di ricostruzione della norma più appropriata alla fattispecie concreta, sorretto da adeguata motivazione che dia conto dell’iter logico-giuridico seguito.

Nonostante le criticità evidenziate, l’IA offre potenziali vantaggi nel campo delle sentenze giudiziarie, come l’analisi rapida di grandi quantità di dati e la possibilità di migliorare la coerenza delle decisioni, limitando la discrezionalità. È importante, tuttavia, che i giudici acquisiscano una buona comprensione delle limitazioni dell’IA e che venga garantita la trasparenza nell’utilizzo di tali strumenti di ausilio.

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Foto di CAR GIRL su Unsplash

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